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LEGGO IL TESTO
Dal vangelo secondo Luca 22,14-23,56
M entre ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?». Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate! Basta così!». E, toccandogli l’orecchio, lo guarì. Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di lui, capi dei sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre».
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
C arissimi amici,
con la domenica delle Palme, la Liturgia dà inizio alla Settimana Santa.
Oggi commemoriamo l’entrata di Gesù in Gerusalemme. La liturgia odierna, infatti, è iniziata con la processione delle Palme che rievoca proprio questo ingresso.
Nella seconda parte della Liturgia abbiamo ascoltato il brano della Passione del signore secondo Luca.
In questa celebrazione desidero soffermare l’attenzione su un personaggio che abbiamo incontrato nella lettura: il nostro fratello Guida.
Chiediamoci, prima di addentrarci nella riflessione: sono forse io Giuda?
Perché ho scelto questo personaggio come riflessione per entrare nella Settimana Santa. Giuda ci invita, più delle altre figure, a meditare sul nostro rapporto con il Signore. A farci giungere alla Pasqua consapevoli che noi siamo risorti con Cristo, siamo uomini redenti, cristiani già perdonati perché profondamente amati.
Carissimi, Giuda non è il discepolo scelto per caso. Fu scelto fin dalla prima ora per essere uno dei dodici. Non era nato traditore e non lo era al momento di essere scelto da Gesù; lo divenne! In Giuda rileggiamo la nostra umanità. Anche noi diveniamo dei traditori. Rileggiamo il nostro cammino di fede, tra tradimenti e riconciliazioni. Giuda è stato schiavo del datore. Ha venduto il Maestro per trenta sicli d’oro. Allora, introduciamoci in questa Settimana Santa chiedendoci: anche noi aspettiamo la nostra ricompensa, i nostri trenta sicli d’oro? Quante volte abbiamo tradito pur di di guadagnare qualcosa di effimero e passeggero.
Il tradimento di Giuda continua nella storia, nella nostra storia. Ancora oggi. E il tradito è sempre lui, Gesù.
È rimasta famosa l’omelia che tenne un Giovedì Santo don Primo Mazzolari su “Nostro fratello Giuda”. “Lasciate, diceva ai pochi parrocchiani che aveva davanti, che io pensi per un momento al Giuda che ho dentro di me, al Giuda che forse anche voi avete dentro”. Quante volte tradiamo Gesù?
Tradisce Gesù il ministro di Dio infedele al suo stato, o che invece di pascere il gregge pasce se stesso. Tradisce Gesù quella consacrata che invece di testimoniare l’amore di Dio nella sua vita testimonia l’amore per la sua persona e per il suo potere. Tradisce Gesù chiunque tradisce la propria coscienza. Posso tradirlo anch’io, in questo momento – e la cosa mi fa tremare – se mentre predico su Giuda mi preoccupo dell’approvazione dell’uditorio più che annunciare l’amore misericordioso del Padre. Quel Dio che è sempre pronto ad amarmi incondizionatamente.
Nonostante il nostro tradimento… Gesù non ci abbandona. Ecco, perché ho scelto Giuda per introdurci nella grande Settimana. Dio non ci abbandona. Gesù non ha mai abbandonato Giuda.
“Amico”, era stata l’ultima parola rivoltagli da Gesù nell’orto degli ulivi ed egli non poteva averla dimenticata.
Come, anche noi, non possiamo dimenticare questa parola, che Gesù continuamente ci rivolge: “Amico”. Siamo in grado di ascoltarla nella nostra vita? Questa parola che ci dice l’infinità tenerezza dell’amore del Signore. Forse è proprio Giuda ad entrare, insieme ai due ladroni, nel Regno di Dio. Si, perché è l’amico.
Giuda pur essendo il traditore del suo Maestro, se ne vergogna al punto da togliersi la vita. Personalmente, mi commuove di più la vergogna di Giuda. E la vergogna è una grazia perché il Buon Pastore carica sulle spalle come la pecora smarrita Giuda e se lo porta via con sé.
Attraverso Giuda possiamo avere il coraggio di guardare oltre le ferite della crocifissione la luce della resurrezione; di guardare oltre le ferite del nostro peccato la luce della misericordia di Dio, che tutto perdona per amore.
La Settimana Santa ci conduce alla Resurrezione nonostante il peccato e il tradimento. Viviamo questa Settimana con questa intenzione: sono chiamato a risorgere anch’io con Cristo perché perdonato e amata immensamente.
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Sono forse io Giuda?
Ho mai tradito Gesù? Mi sono sentito perdonato e amato follemente?
PREGHIERA
D io onnipotente ed eterno,
che hai dato come modello agli uomini
il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore,
fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce,
fa’ che abbiamo sempre presente
il grande insegnamento della sua passione,
per partecipare alla gloria della risurrezione.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
-dalla Liturgia-