LEGGO IL TESTO
Dal vangelo secondo Giovanni 24,46-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
In questa domenica, Ascensione del Signore, la Liturgia della Parola ci invita a soffermarci su un gesto che Gesù compie: benedire.
«E, mentre li benediceva, fu portato verso il cielo».
Quella benedizione è il suo testamento, raggiunge ciascuno di noi e ci invita ad essere benedizione e a benedire.
Il messaggio di Gesù per noi suoi è questo: tu sei benedetto; c’è del bene in te; c’è molto bene in ogni uomo; questo devi annunciare.
Il Signore ci ha lasciato una benedizione, non un giudizio; non una condanna o un lamento, ma una parola bella sul mondo, una parola di stima, quasi di gratitudine.
Perché si benedice chi ci ha fatto del bene; e io quale bene ho fatto a Dio? Nessuno. Eppure Dio mi benedice. Non ne sono degno, ma mi prendo lo stesso questa parola di fiducia, mi tengo stretto questo atto di enorme speranza in me, in noi che stiamo ancora e solo imparando. Semplicemente la nostra missione è quella di benedire, do dire bene nonostante i limiti, gli errori, le ingiurie.
Nella sua ascensione, Gesù non è salito verso l’alto, è andato oltre. Non al di là delle nubi, ma al di là delle forme. È nella nostra quotidianità di vita. È andato avanti, verso quella parte di cielo che è dentro di noi perché ognuno di noi è custode di bene.
Nella Bibbia la benedizione indica sempre una forza vitale, una energia che scende dall’alto, entra in noi e produce vita. Una vita che cresce, in noi e attorno a noi.
La benedizione è questa forza più grande di noi che ci avvolge, ci incalza, ci spinge semplicemente verso l’altro, verso il bene.
Carissimi amici, siamo chiamati ad essere benedizione, a benedire ed essere benedetti.
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Siamo capaci di benedire, di essere benedizione?
PREGHIERA
Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.
Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.
Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.
-Salmo 46-