LEGGO IL TESTO
Dal vangelo secondo Matteo 5,1-12
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Liturgia della Parola: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20221101.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Celebriamo la solennità di Tutti i Santi. Una solennità, che non vi nascondo, mi mette in crisi e vi invito a farvi mettere in crisi da questo Signore, che sale su un monte e si siede.
Mi commuove sempre questo Gesù che si siede in cima a un monte e si lascia avvicinare. E più ci avviciniamo, a piccoli passi, come su suolo sacro, più ci sentiamo cucire addosso un vestito prezioso, quello del discepolo.
Gesù si siede e noi camminiamo. Vivere è un cammino lieve incontro all’amore che ci attende.
Cos’è la santità? La rivoluzione dell’amore, che è la vita, la nostra vita. Il nostro essere. Ecco che le beatitudini sono semi sospesi nel vento per questa rivoluzione. Parole che abitano l’umanità. Parole lievi e rivoluzionarie, gentili e infuocate, delicate e radicali. Solo così possiamo essere santi.
Beati i poveri in spirito…
Beato quell’uomo che sa rivoluzione il proprio cuore alla povertà. Povero è chi sceglie di opporsi alla violenza seminando battiti cardiaci imploranti come preghiere, richieste d’amore, appelli di cura e di custodia. Dobbiamo essere parte di quella chiesa rivoluzionata e rivoluzionaria, la chiesa dei cuori affamati di cura, la chiesa che sa bene che un discepolo è solo un bisognoso d’amore.
Beati quelli che sono nel pianto…
Beato quell’uomo che riesce a piangere. È così semplice smettere di fingere. Crediamo, carissimi, nelle persone che hanno ancora il coraggio di scagliare lacrime contro l’arroganza e l’indifferenza. Perché solo chi piange e si lascia consolare ha ancora una possibilità di cambiare il mondo. Partendo da se stesso.
Beati i miti…
Beato quell’uomo che non dà già fiducia all’arrogante. Non crediamo a chi ha le soluzioni facili. Il mondo sarà cambiato con la mitezza di chi si sente erede di una terra che ha trovato e vuol lasciare a chi verrà dopo di lui. La mitezza di chi non si sente padrone mai, ma neppure schiavo. Il mite è l’uomo viandante, grato, stupito e leggero. La rivoluzione è dei miti e del loro sorriso scagliato controvento.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia…
È difficile credere a chi pretende giustizia ma nemmeno a chi la promette. Il mondo non è giusto e non lo sarà mai. Credo solo nella beatitudine rivoluzionaria di chi vive di passaggio ma, mentre cammina, rimane affamato. Affamato ora, per essere saziato poi, ma da un Amore più grande e giusto. Affamato, contro chi non sente più il profumo del pane buono della fraternità, affamato, così affamato, da non sprecare nemmeno un boccone di pane, anche piccolo, perché solo così non si perde il ricordo e la memoria.
Beati i misericordiosi…
Siamo vivi solo grazie al perdono che altri ci hanno offerto e che noi, a fatica, stiamo imparando a regalarci. Non crediamo alla vendetta. Non dare fiducia a chi parla con cuore risentito. Sospettare sempre di chi “perdona ma non dimentica”… amare invece chi non dimentica il nostro nome, di chi non dimentica il nostro indirizzo e il nostro numero di telefono nonostante la nostra miseria. Amare chi non riesce a dimenticare la fragilità umana perché ne è perdutamente innamorato. Sospettare di chi parla spesso di perdono e di misericordia, amare chi nel nascondimento riesce a preparare orizzonti, strade percorribili a chi non crede più in se stesso.
Beati i puri di cuore…
Beato quell’uomo che ha il cuore puro, ma dove puro non vuol dire immacolato ma vivo. Puro nel suo essere cuore, puro nella sua vocazione profonda: che il cuore faccia il suo mestiere: ami!
Beati gli operatori di pace…
Beato quell’uomo che opera la pace partendo da se stesso. La pace non si scambia, la pace non si promette, la pace non si concede, la pace si abita.
Beati i perseguitati e quelli che saranno insultati…
Beato quell’uomo che non avrà più paura, nemmeno in tempo di persecuzione, dove la persecuzione peggiore è quella che ci infliggiamo per la paura di non essere all’altezza della vita. Non avremo paura degli insulti, nemmeno di quelli pesantissimi che noi facciamo a noi stessi quando siamo stanchi di amare.
E non ci farà più paura nemmeno la menzogna perché la verità non è una cosa, un’idea, una religione, che sono tutte cose che possiamo perdere, no, la verità e una persona e noi non la perdiamo perché appena ci allontaniamo lui si ferma, ci aspetta, sale su un alto monte, si siede… è la rivoluzione della vita, della nostra vita chiamata ad essere santa nella quotidianità del nostro esistere.
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Quale beatitudine mi mette in discussione, oggi?
In che modo sono chiamato a testimoniare la mia felicità in Cristo?
PREGHIERA
Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.
Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.
Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.
Salmo 23