LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Matteo 11,2-11
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Liturgia della Parola: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20221218.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
La liturgia della Parola di questa domenica, IV di Avvento, ci fa incontrare la figura di Giuseppe.
Mi piace tanto Giuseppe, uomo della “giusta misura”, prima di tutto di se stesso. È un uomo saggio, che davanti all’accadere di eventi cerca di aggiustare le cose come può, cerca di non fare male a nessuno, cerca di congedare in segreto, cerca il nascondimento. Non è vigliaccheria, quella di Giuseppe, è senso della misura. Misura che spesso ognuno di noi perde credendosi sempre troppo indispensabile, troppo protagonista di una vita che può fare benissimo a meno di noi.
Sono innamorato di Giuseppe, quest’uomo che non va alla ricerca di cose troppo grandi e che cerca in tutti i modi di mantenere un profilo basso nel cuore di eventi enormi.
Il silenzio di Giuseppe, il suo desiderio di camminare la vita senza far rumore, il suo sentirsi fuori posto nella trama di un libro con troppa santità, il desiderio di ripudiarla quella vita, ma di farlo in segreto, di non trasformare nemmeno la resa in evento, il suo volersi chiamare fuori senza polemica, mi sembrano un invito per tutti noi, un invito ad abbassare i toni, a rapportarsi alla vita senza pretese, senza sentirsi sempre in credito, senza alzare la voce, senza patetici protagonismi.
Mi disarma Giuseppe, uomo dal cuore pratico è anche però uomo che sa ascoltare.
Giuseppe è meravigliosamente giusto perché dopo duemila anni ancora riesce a raccontare che le cose belle nella vita accadono ma non sempre sono frutto del nostro sforzo, spesso accadono e basta, a noi il decidere se facilitarle o meno. La vita accade, Maria avrà un bambino, lui farà di tutto per salvarlo e poi si siederà sul bordo della storia a contemplare questa vita che lui non avrebbe saputo immaginare tanto coraggiosa.
Chissà forse abbiamo sempre troppa fretta di interagire, di intervenire, forse la nostra vita è davvero malata di protagonismo, crediamo che tutto dipenda da noi invece Giuseppe ci insegna che servirebbe solo la nostra complice meraviglia. Meraviglia per questo Spirito che feconda la carne vergine di una sposa. Meraviglia per questo Spirito che feconda sempre ogni cosa che, senza quel soffio semplicemente non potrebbe vivere.
Forse il Vangelo inizia con Giuseppe perché tutta la nostra vita è chiamata a imparare a sedersi sul bordo degli eventi per scoprire la fantasia di Dio dentro le cose che accadono. Che accadono quando noi non ci sentiamo all’altezza, quando abbandoniamo l’ansia della prestazione.
Giuseppe è l’uomo che entra in punta di piedi nella storia, che sa ascoltarla e che la rende possibile, silenziosamente la dispiega. E quindi la accoglie senza paura: “non temere di prendere con te Maria…”.
E invece noi temiamo di “prendere con noi” la storia che ci accade, abbiamo mille paure, abbiamo l’ansia di non riuscire, di non essere all’altezza, abbiamo paura di venir giudicati, di essere esclusi. Stiamo morendo di paura, non riusciamo a prendere con noi la vita che accade e reagiamo sempre in due modi opposti: aggrediamo la vita e facciamo di tutto perché risponda ai nostri bisogni oppure moriamo di paura aspettando che le cose cambino.
Abbiamo bisogno di Giuseppe, della sua umiltà che scardina tutti i possibili sensi di inadeguatezza, abbiamo bisogno di ascoltare davvero la storia per quello che racconta, abbiamo bisogno di prenderla con noi, così com’è senza pretese e senza lamentele, abbiamo bisogno di portarla in salvo, come possiamo, per quello che possiamo, per scoprire che in quel gesto di paternità matura stiamo incontrano il Signore che è “Dio con noi”, se abbiamo il coraggio di farcene carico.
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Chi è Giuseppe per me?
PREGHIERA
Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.
Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.
Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.
Salmo 23