LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Matteo 22,1-14
In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Liturgia della Parola: https://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20231015.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze
Che bel invito ci fa oggi il Vangelo: rimanere agli incroci della vita, nel cuore degli snodi principali, rimanere dove la vita chiede di scegliere e di decidere.
La nostra vita si realizza lì, agli incroci della vita. Luoghi dove la vita è esposta e disposta a lasciarsi plasmare, dove la vita è ancora viva perché chiamata a decidere il profilo da assumere, chiamata a scegliere di sé, e a pensarci bene le nozze non sono altro che una scelta.
La vita è buona perché è lo spazio in cui noi possiamo scegliere di noi, e scegliendo di noi narriamo dell’uomo e di Dio.
Innamoriamoci degli incroci. Innamoriamoci di quei attimi di vita dove siamo chiamati a scegliere tra il bene e il male, tra ciò che è buono per la mia vita e ciò che è nocivo, tra il perdono e l’amore…
Innamoriamoci degli incroci, rimandano a Gesù, alla sua capacità di trasformare il sacrificio in banchetto non modificando le sventure della vita ma scegliendo di rimanere, vivere incrociato, scegliere comunque l’uomo, costi quel che costi, anche di essere agnello al banchetto della vita.
Per non smarrire il lato promettente della vita, per non lasciare che il cinismo e la disillusione brucino tutto in noi siamo chiamati a stare dentro gli snodi della vita stessa: nascere, crescere, amare, soffrire, morire. È lì che l’invito al banchetto può essere accolto perché è lì e solo lì che c’è ancora fame, c’è verità, c’è realtà… c’è semplicemente fame di umanità. Fame di vita, fame di futuro, fame di amore, fame di speranza. Ciò che ci tiene in vita sarà la nostra capacità di rimanere affamati, e sarà come tenere aperto un bisogno, un vuoto e una ferità.
Si, gli incroci, i crocicchi ci rimandano alle nostre ferite perchè le scelte sono il sigillo bello delle nostre ferite.
“Ognuno di noi ha la sua ferita: io ho la mia. Qui, sempre viva, quest’antica ferita è qui, sotto la lettera ingiallita macchiata di pianto e di sangue” fa dire Edmond Rostand a Cirano de Bergerac. Cirano muore vivo e innamorato e bellissimo proprio perché non ha mai dimenticato la sua ferita, ferita d’amore, unico bisogno che ha saputo riconoscere e conservare sotto una coperta di lacrime e parole. Ferita d’amore è la nostra umanità, fatta di scelte e ogni scelta porta in sé una ferita.
È la ferita a mantenerci in vita, le ferite non vengono tolte dal Crocifisso, ferite che sono i veri crocicchi vitali, lì dove la vita ancora sanguina. Occorre fermarsi e scendere dentro di noi e impedire che la ferita si chiuda. L’amore, l’amore vero è un taglio a impedire che la cicatrice cancelli il passato. Se siamo stati feriti è perché abbiamo amato. Respirare profondamente trovare il coraggio di stare nel cuore dei crocicchi, dove la vita fa male, dove l’uomo ama, soffre, spera, chiede, sbaglia. Starci perché è il nostro posto. Non lasciamo mai i crocicchi della nostra vita… è il luogo più per essere ancora umani e divini.
di Padre Walter Vinci MI
ESERCIZIO PER L’ANIMA
In quale situazione stai rifiutando l’invito alle nozze?
In quale luogo della tua vita non stai entrando con il vestito della festa, quali preoccupazioni o fatiche vuoi affidare al Signore?
Quando hai sentito di non essere invitato alla festa?
PREGHIERA
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.
Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.
Sal 22