Il 28 settembre si è concluso a Bucchianico presso il centro di spiritualità “Nicola D’Onofrio”, il primo incontro di Formazione inter-provinciale organizzato dai tre segretariati per la Formazione in Italia. Erano presenti 15 studenti tra professi temporanei, Novizi, aspiranti e postulanti, e 8 religiosi (tra formatori e animatori vocazionali) delle rispettive Province italiane. Al raduno ha partecipato P. Baby Ellickal, Consultore Generale per la Formazione.
I giorni dell’incontro, fin da subito, sono stati caratterizzati da un clima di squisita fraternità e di amicizia, nonché di partecipata attenzione alle tematiche proposte dagli stessi formatori:
“Formazione oggi: Ministero e Mistero” – P. Baby Ellickal
“La vocazione di Geremia: sono giovane e non so parlare” – Umberto Andreetto – Consigliere Provinciale per la Formazione Prov. Nord-Italiana
“Con la tenerezza di una madre. Formati alla Scuola di Camillo” – P. Angelo Brusco Formatore degli alunni professi Prov. Nord-Italiana
“Vita Consacrata e Internet” – P. Sergio Palumbo – Coordinatore per la formazione e l’animazione vocazionale – Regione Europa.
Gli interventi dei relatori si sono ben inseriti nel contesto formativo cercando di soddisfare gli obiettivi prefissi dell’incontro. Tra questi, come sottolineava la relazione di p. Ellickal, promuovere e rigenerare un senso di appartenenza alla Famiglia Camilliana, favorire l’incontro e la conoscenza reciproca, migliorare la qualità della nostra spiritualità e del nostro carisma camilliano, definire criteri per la collaborazione futura tra le Province. A questi obiettivi seguivano alcune domande, fondamentali per l’orientamento dell’incontro e del cammino formativo: Quale formazione nella Vita Consacrata oggi? Verso quali modelli di formazione ci si sta orientando? Come ci si colloca dinanzi alla complessità e alla novità dei percorsi e dei processi di apprendimento collegati al mondo affascinante e complesso della Rete?
Inevitabile il tema della “chiamata” in cui p. Andreetto, nel suo intervento ne presenta fascino e inadeguatezza: “Se la chiamata è autentica, cioè espressamente voluta da Gesù, e non frutto di dinamiche legate a vissuti intrapersonali o interpersonali che possono ingenerare dei nostri bisogni più o meno sani – da qui l’importanza di un sano discernimento – essa porta con sé uno scompaginamento della vita e dei progetti per poterla realizzare. Che cosa significa “chiamata autentica”? Vuol dire che Dio fa irruzione nella nostra vita, senza che facesse parte dei nostri progetti o dei nostri desideri, perché Lui non dipende da noi o dalla nostra ricerca: l’irruzione di Dio racconta la priorità di Dio sulla nostra volontà e sul nostro desiderio”.
Una chiamata è autentica perché,mette al centro della propria vocazione Dio come ragione assoluta della propria scelta di vita; così carisma e spiritualità del Fondatore si rivestono a loro volta di autenticità.
Originale la relazione di p. Angelo Brusco, che attraverso lo stile della narrazione, dipana il suo tema evidenziando i tratti principali della “chiamata” del gigante della carità. Prendendo spunto da un libro dello psichiatra Eugenio Borgna, così introduce la dimensione della tenerezza: ‘La tenerezza, egli scrive, è la più fragile e la più evanescente delle emozioni (…).La tenerezza, a prima vista, può sembrare debole, ma in verità è un’emozione che cammina con la speranza e la gentilezza, e tutte insieme possono rendere l’essere umano davvero umano”.
L’argomento finale di p. Palumbo sulle dinamiche digitali all’interno delle comunità religiose apre a riflessioni attuali da tenere in considerazione anche nei programmi formativi: “credo che nelle nostre comunità religiose una correzione digitale fraterna oggi sia necessaria e da esercitare. Un controllo sociale digitale tra persone che vivono in comunità, in ambienti di lavoro, in famiglia, aiutandosi a riconoscere quando si oltrepassa il limite nell’abuso dello smartphone. Tale correzione non è un rimprovero sic et simpliciter. Correggere non vuol dire colpire, ma abbracciare. Non è ferire, ma salvare. Non è pormi sul piedistallo, ma guardarsi in faccia. Vedere una persona a cui teniamo curvata sul suo smartphone, non deve lasciarmi indifferente. Devo trovare il modo e le parole misurate per parlargli. Parlarne aiuta, parlarne, serve, parlarne salva.
Partecipata e riflessiva la reazione dei formandi che, divisi in 2 gruppi, si sono confrontati esprimendo il loro pensiero. Il bisogno di una formazione centrata sul mistero della volontà di Dio per ciascuno, la necessità di avere formatori a tempo pieno, possibilmente non investiti da altri impegni, rapporto di trasparenza tra formatore e formando, rappresentano alcuni dei punti emersi dai loro lavori (ne verrà pubblicata una versione integrale negli Atti del Raduno). Qui riportiamo solo alcune proposte emerse a fine incontro:
- Nella programmazione della formazione ordinaria e straordinaria, , fare attenzione alla vita accademica, per evitare di trovarsi a fronteggiare problemi sui piani di studio;
- per mettere insieme le due prospettive di servizio e pellegrinaggio una esperienza a Lourdes. Potrebbe essere un ottimo compromesso magari dopo la festa di san Camillo nel mese di Luglio;
- circa le modalità di approfondimento delle tematiche trattate, riteniamo opportuno sfruttare la possibilità di fare incontri in presenza, a nostro avviso la modalità online non aiuta;
- Esperienze di missioni interprovinciali, con la collaborazione di tutti i religiosi, a partire dalle nostre realtà sanitarie e parrocchiali per risvegliare nelle nostre realtà la spiritualità camilliana;
- Un week-end di fraternità con la possibilità di conoscersi raccontando ognuno la propria storia vocazionale e personale.