LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,1-18
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
Liturgia della Parola: https://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20231225.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
A differenza dell’evangelista Luca, che abbiamo ascoltato questa notte, Giovanni ci dice ciò che è accaduto con il Natale.
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14).
Quella Parola che dimora nel cielo è venuta sulla terra affinché noi la potessimo ascoltare e potessimo conoscere e toccare con mano l’amore del Padre.
Con il Natale, l’amore di Dio diventa concreto, palpabile, accessibile a tutti. Prendendo la forma dell’uomo viene ad abbracciarci – quanta nostalgia abbiamo degli abbracci autentici e forti – viene ad abbracciarci con amore e fedeltà verso di noi anche se siamo poveri peccatori, viene ad abbracciarci con le mani aperte. Il Dio diventa abbraccio autentico. Perché? Perchè, anche noi potessimo far fare al fratello e alla sorella questa esperienza… quello dell’abbraccio autentico e concreto.
Giovanni, nel prologo, non nasconde le difficoltà che l’amore di Dio diventando concreto incontra. Lui viene e gli uomini non lo accolgono. Fin dall’inizio della storia dell’umanità le tenebre hanno tentato di vincere la sua luce ma come ci ha detto Giovanni non l’hanno vinta.
Il mondo non ha riconosciuto in Gesù la luce che veniva da Dio, molti non lo hanno accolto quando questo diventava concreto attraverso di noi, ma a quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio.
Carissimi amici, il male e il peccato è sempre pronto a prostrarci, è alle porte della nostra vita, delle nostre azioni e del nostro pensare.
Quante volte abbiamo incontrato persone che vivevano o vivono nel peccato. Quante volte anche noi non accogliamo la luce e lasciamo che le tenebre ci vincano. Quante volte siamo dipendenti del male: figli di rapporti di divisione, schiavi del rancore, lontani dal perdono e dalla riconciliazione.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Questo avviene quando siamo segno di comprensione, aiuto, amicizia, sostegno nell’andare verso Dio che dimora nel cuore dell’altro con tutti i mezzi per tornare ad essere persone pacificate con se stesse e con gli altri.
Carissimi amici, nessuno di noi è perfetto, i peccati li facciamo tutti, ma nel momento in cui sappiamo ammetterli e ci apriamo alla luce di Dio, alla Sua salvezza che è voluta entrare nel mondo per abbracciarci fedelmente nonostante la nostra infedeltà, sperimentiamo la bellezza della rinascita, di rapporti rinnovati, di comunità distrutte ricostruirsi. Famiglie, singoli, comunità religiose respirare nuovamente gioia ed essere riflesso della Luce vera.
Oggi celebriamo come una parabola: Dio scende verso l’uomo, scende verso noi per illuminare il nostro oggi affinché alla Sua Luce noi vediamo la Luce e guidati da questa Luce splendida ritorniamo a Lui per sempre con il fratello.
La vita potrà essere anche dura, a volte buia, a volte potremo sentirci soli, inquieti, con l’amaro in bocca, incapaci di comprendere le Sue vie ma avremo pace e porteremo pace perché in Dio che si fa carne per noi c’è luce, fedeltà assoluta, pace e pazienza e sa, sì, Lui sa, quale è la nostra strada e come Padre veglia sempre su di noi.
A me, a te, a voi è chiesto soltanto di fidarci, affidarci, accoglierlo con umiltà, condividerLo! Sia questa la gioia del nostro Natale, l’augurio più bello che ci facciamo: condividere la Luce nella nostra quotidianità.
di Padre Walter Vinci MI
ESERCIZIO PER L’ANIMA
PREGHIERA
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!
Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.
Sal 97