È uno di quei “luoghi storici di Roma sparita”, il cui ricordo è affidato ad una Piazza, o ad una Via, create più o meno adiacenti ai reali siti. E questo, che è di un certo interesse per noi, si trova nelle vicinanze dell‘Ara Pacis all‘imbocco di Ponte Cavour. Grazie ad incisioni antiche e a dipinti del tempo possiamo visivamente rivivere l‘ambito dove avvennero i fatti che le antiche cronache camilliane ci narrano.
La prima presenza di Camillo in questo luogo non è delle migliori! È sul finire del 1571, quando ancora giovane scapestrato, è convalescente all‘Ospedale S. Giacomo, fa da inserviente per ripagare l’ospitalità. In questo periodo lo troviamo, così come scrive il suo biografo, sopra la riva del Tevere a giocare con i barcaioli di Ripetta.
Una seconda presenza, positiva, è a distanza di qualche anno dove Camillo si scontrò con alcuni poveri che legati a due a due, per ordine del Governatore, venivano buttati a Ripetta per essere imbarcati e mandati fuori Roma affinché la città non si appestasse dall’intollerabile fetore che emanavano.
Le sue preghiere e le sue resistenze urtarono notevolmente il Ministro a tal punto da maltrattarlo e minacciarlo di mandarlo in galera.
Ma volendo ad ogni modo salvare questi poveri si inginocchiò davanti al Ministro e piangendo lo supplicò di lasciare che si prendesse cura di questi poveri, almeno di quelli più gravi, che quasi non si reggevano in piedi. Da quel gesto, il Ministro, concesse a Camillo di assistere i poveri morenti, che da Ripetta portò a casa per guarirli.