Dove l’amore si fa presente,
lì si rende presente anche la speranza!
-Jon Sobrino-
Ciao a tutti!
Sono padre Walter Vinci, religioso camilliano.
Nato a Mesagne, provincia di Brindisi.
Ho 35 anni.
È proprio difficile raccontarsi. Mi ritrovo davanti ad una pagina vuota. Dita sulla tastiera. Poca concentrazione e molti ricordi. Così, per iniziare a scrivere, ho fatto scorrere le foto che conservo nella memoria del mio cellulare e con meraviglia mi sono reso conto che la mia storia è frutto di tanti piccoli “si” che, con trepidazione e fiducia ho bisbigliato, perché chiamato a libertà (San Paolo).
Penso: “Racconto di quel giorno in cui mi sono deciso di rispondere alla chiamata del Signore, oppure, di quei piccoli “si” che mi hanno portato a quel giorno”?
Mi fermo, ascolto il silenzio che mi avvolge dentro e fuori il mio studio e capisco che devo partire da qui. Da questo mio e nostro oggi. Un oggi che mi invita a leggere la mia vita, il passato e il presente e scegliere come essere nuovo per il futuro.
“Al passato GRAZIE… al futuro SI!”
-Dag Hammarskjöld-
Sono arrivato da appena un mese in questa nuova comunità: la comunità formativa della mia Provincia Religiosa. Mi ritrovo ad intraprendere una nuova avventura: accompagnare i giovani nel discernimento vocazionale e a rispondere definitivamente alla loro chiamata di amore; animare, il territorio della mia Provincia con una Pastorale Giovanile e Vocazionale, aiutato da una Equipe.
Contemplo il mio presente, scrutando la foto del grande Nicola D’Onofrio, che ho desiderato posizionare all’ingresso della cappella come stella per questo nuovo inizio e come impegno che ho assunto, accettando la nomina di Postulatore della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di questo giovane confratello.
“Vivere d’Amore, che strana pazzia!”
-Nicola D’Onofrio-
Si, sono qui per vivere d’amore, per far vivere d’amore, per far rispondere alla chiamata d’ amore, che ad ognuno di noi è rivolta.
Ho conosciuto San Camillo De Lellis sin da bambino attraverso le Suore Figlie di San Camillo presenti nel mio paese di origine. Nel 2005 ho desiderato conoscere la famiglia camilliana. Ero alla ricerca di un’esperienza estiva che mi aiutasse a comprendere qualcosa in più sulla mia vocazione. Avevo 19 anni ed ero al termine dell’esperienza nel Seminario Minore della mia Diocesi. Ho vagato nel nulla. Molta indecisione mi accompagnava in quegli anni. Tanta insoddisfazione ho vissuto negli anni successivi, mentre ero nel Seminario Maggiore Regionale. Nulla mi bastava per acquietare le mie insofferenze e darmi pace. Per capire meglio, dopo alcuni anni, mi sono nuovamente imbattuto nella storia di questo grande “Gigante della Carità”, Camillo De Lellis. Lui diceva che i religiosi dovevano avere “più cuore in quelle mani”. Intuisco, che anch’io sono chiamato a mettere cuore non solo nelle mie mani, ma in tutta la mia vita. Così, ho ripreso in mano la mia esistenza, la mia scelta vocazionale e ho iniziato a continuare con rinnovato entusiasmo il mio cammino che ormai aveva perso in brillantezza e sapore: niente di più bello potevo fare con la mia vita!
“Non esiste altro tempo
che questo meraviglioso istante!”
-Alda Merini-
Negli anni di formazione vissuti qui a Roma ho lottato molto con me stesso per essere diverso, sempre all’altezza delle situazioni. Volevo essere un uomo e un giovane diverso. Non volevo più compiere errori. Desideravo essere altro, forse migliore di quello che ero! Poi mi sono finalmente accorto che dovevo solo accogliermi per quello che ero e che la mia vita e la mia storia era bella così com’era. Ho riconosciuto che, anche nella mia vita, come in quella di ciascuno di noi, abitano tante “stelle”. Spesso sono io a non volerle vedere o volerle contemplare in maniera sbiadita. Quelle stelle sono le mie potenzialità, le mie cadute, i miei errori, i miei limiti, le mie lacrime, le mie gioie e i miei sorrisi. Allora ho cercato di alzare nuovamente gli occhi al cielo, di guardare tutte le stelle in maniera luminosa e di orientarle verso la mia scelta definitiva: consacrarmi al Signore secondo il carisma di San Camillo, cioè assistendo gli ammalati anche con il pericolo della vita.
“Le stelle brillano nelle loro postazioni.
Dio le chiama per nome ed esse rispondono: Eccoci!”
-Baruc 3,34-35-
Queste stelle mi hanno inserito nella grande costellazione di Dio, nel cuore della famiglia camilliana, il 6 settembre 2015 con la mia Prima Professione Religiosa e un cammino graduale e formativo mi ha condotto verso la Professione Solenne il 9 dicembre 2018 e l’Ordinazione Sacerdotale il 21 settembre 2019.
Oggi posso nuovamente alzare gli occhi al cielo per contemplare nuove stelle: sono le relazioni, gli incontri e scontri, le fatiche e le gioie. Sono stelle luminose le carezze dei bambini ammalati che ho incontrato nel “Villagio Eugenio Litta” di Grottaferrata, un Centro Neuropsichiatrico infantile; gli sguardi e gli abbracci degli ammalati che ho incontrato nell’Ospedale San Giovanni di Roma; le lacrime che ho asciugato sul volto dei tanti genitori, figli, mariti, mogli, amici che ho incontrato ai capezzali dei letti dei sofferenti, signori e padroni della mia vita, così come amava definirli San Camillo; sono le speranze e i sogni dei giovani che accompagnerò nel discernimento vocazionale per una vita donata con amore.
Oggi è il tempo opportuno per ricordarmi che solo incontrando il Suo sguardo d’amore, di perdono, di compassione è possibile ogni vera crescita, ogni miglioramento, ogni accettazione dell’altro, ogni guarigione delle proprie ferite.
Così, con Paolo, come il giorno della mia Ordinazione Sacerdotale, voglio cantare:
“Rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro,
perché mi ha giudicato degno di fiducia
mettendo al suo servizio me!”
-1 Timoteo 1,12-