LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Marco 13,33-37
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Liturgia della Parola: https://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20231203.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Inizia oggi, con la prima domenica di Avvento, il nuovo anno liturgico. La parola «Avvento» significa «venuta». Il tempo di Avvento, dunque è tempo di attesa di qualcuno che deve venire. Ma chi deve venire? Chi, noi cristiani, dobbiamo attendere? Siamo chiamati ad attendere. «Le cose più importanti non vanno cercate, vanno attese» (S. Weil). Anche un essere umano va sempre atteso. Ci sembra poca cosa, perché noi vogliamo essere attivi, fare, costruire, determinare le cose e gli eventi. Invece Dio non si merita, si accoglie; non si conquista, si attende. Gesù nel Vangelo di questa domenica non si stanca di ripetere il ritornello di due atteggiamenti, nostro equipaggiamento spirituale per il percorso dell’attesa: state attenti e vegliate (Mc 13,33.35.37).
Due atteggiamenti da assumere per giungere al Natale.
Attenzione: ha la stessa radice della parola attesa: è un tendere a…
Tutti conosciamo e viviamo giorni in cui la nostra vita non tendeva a niente; tutti conosciamo e sappiamo cos’è una vita distratta, fare una cosa ed avere la testa da un’altra parte; incontrare una persona e non ricordare il colore dei suoi occhi; camminare sulla terra e calpestare tesori di bellezza. Essere distratti. L’Avvento ci vuole invece aiutare a comprendere che l’amore è attenzione. L’attenzione è già una forma di preghiera, ed è la grammatica elementare che salva la mia vita interiore, che si riflette nella vita esteriore. Desideriamo una vita attenta a tutto ciò che sale dalla terra, e a tutti gli avventi del mondo. Attenta alle parole e ai silenzi degli altri, alle lacrime, alla profezia; alle domande mute e alla ricchezza dei loro doni.
Il secondo atteggiamento: vegliate. Non permettete a nessuno di addormentarci o di comprarvi. Vegliare sui primi passi della pace, della luce dell’alba che si posa sul muro della notte, o in fondo al tunnel di un’esistenza a volte insignificante e senza senso. Siamo chiamati a vegliare per custodire i germogli di una vita che nasce e spunta, che porta una carezza e una sillaba di Dio. E’ un dovere vegliare sui nostri ragazzi puliti, contro una vita sonnolenta, contro l’ottundimento del pensare e del sentire, contro il lasciarsi andare alla mentalità corrente. Vegliare perché non è tutto qui, perché viene una pienezza che è ancora embrione, piccolo seme dal volto incerto. Vegliare perché c’è una prospettiva, una direzione, e oltre, un approdo.
E’ sempre tempo di risvegliare mente e cuore, così da non arrendersi al preteso primato della notte, così da non dissipare bellezza, e non peccare mai contro la speranza.
di Padre Walter Vinci MI
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Come affronto la realtà in cui vivo?
Cosa mi tiene in vita e cosa mi toglie la serenità?
Dove trovo Dio nel mio quotidiano?
PREGHIERA
Tu, pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.
Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,
sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.
Sal 79