LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Matteo 28,1-10
Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba.
Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte.
L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».
Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli.
Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Liturgia della Parola: https://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20230408.shtml
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Carissimi amici,
la liturgia che stiamo vivendo, iniziata con il fuoco e la sua luce, ci ha introdotto in un clima decisamente diverso da quello dei giorni scorsi. Un clima gioioso e di festa.
È la Pasqua del Signore.
È la “notte luminosa più del giorno”, in cui, facendo memoria della liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù d’Egitto, riviviamo la resurrezione del Figlio di Dio dai morti.
È la notte in cui osiamo ripetere gli uni agli altri ciò che è ad un tempo la parola fondante della nostra fede, senza la quale non saremmo qui, e la più scandalosa, che pronunciamo non di rado con imbarazzo, stupore e anche un po’ di timore: “Cristo è risorto! È veramente risorto”. Quanto è difficile ripeterci questa parola. Quanto imbarazzo ci provoca. Eppure è il saluto del cristiano; è l’identità del cristiano. È la più bella benedizione che possiamo scambiarci. “Cristo è risorto! È veramente risorto”.
Questa veglia, “madre di tutte le sante veglie” è così importante “che da sola potrebbe appropriarsi, come nome proprio, il nome comune delle altre veglie” (Agostino). I canti e i gesti liturgici, la proclamazione e l’ascolto delle letture bibliche, l’Eucaristia, concorrono a fare di questa notte una notte radiosa, illuminata come il giorno perché riflesso della luce pasquale. È la “notte veramente gloriosa” cantata nel preconio pasquale.
In questa veglia pasquale le sette letture tratte dall’Antico Testamento sintetizzano l’intera storia della salvezza che trova nella resurrezione di Cristo il suo compimento.
In particolare, il testo di Es 14,15-15,1 mentre presenta il passaggio del mare, presenta anche il passaggio spirituale dalla paura alla fede, simbolicamente rappresentato dal passaggio dalle tenebre alla luce, dalla sera in cui il popolo è presso il mare, attraverso un’intera notte al mattino.
La lettura dell’Apostolo (Rm 6,3-11) è una catechesi che parla del battesimo come partecipazione all’evento pasquale di Cristo: la fede nel Cristo morte e risorto renderà attive nel neobattezzato le energie della resurrezione.
Infine il vangelo secondo Matteo presenta l’annuncio della resurrezione alla tomba vuota sottolineandone il carattere scandaloso e incredibile.
Questa grande veglia si celebra di notte: una notte oscura. Non solo o non tanto fisica, ma piuttosto esistenziale. La nostra personale notte, quella del dubbio, della fatica, della fragilità, della difficoltà a capire la fede a credere in Gesù o nella Chiesa che lo annuncia.
Siamo qui di notte. Ma nessuno di noi porta in sé luce: né per sé stesso né per gli altri.
Questa luce noi la riceviamo. Il Cero pasquale che abbiamo acceso per primo al fuoco benedetto è il Segno di Cristo stesso: Lui è la luce, come ebbe a dire (Io Sono la luce del mondo). Lui è il Signore della storia, la nostra storia e la storia del mondo (ecco il segno dell’Alfa e dell’Omega nel Cero e la data di quest’anno).
È lui che si dona e si consuma accanto a noi (il cero che lentamente si va consumando).
Siamo entrati in questa chiesa buia, solo guidati da Cristo che un poco alla volta ha fatto di noi da comunità muta e al buio, una comunità che inizia ad irradiare, a dare luce a illuminare anche il mondo.
Carissimi amici,
questa è la nostra vocazione: dare luce al mondo. Non la nostra luce, non le nostre idee, non la nostra salvezza: ma solo la salvezza di Cristo.
Noi oggi rinnoveremo le nostre promesse battesimali. Perché al simbolo del fuoco, della luce, del cero pasquale, si affianca quello dell’acqua battesimale. Acqua che da vita e morte. Vita in Cristo, morte al peccato. Diremo ancora una volta che vogliamo essere di Cristo. Che crediamo in lui, anche se riconosciamo la nostra fragilità, la fatica del cammino e del credere.
Siamo stati voluti, amati da Dio. Creati a sua immagine e somiglianza, cioè capaci di entrare in dialogo con Lui, di riconoscerlo come Padre. Anche se il peccato ha ferito questa nostra relazione con Dio, allontanandoci da Lui. Lui non si è allontanato da noi. Ci ha cercato, ci ha voluto di nuovo con sé.
Ecco allora che Gesù è la porta che si apre per farci entrare, è la strada, è il cammino, è la luce, è l’acqua, è la vita. Questo stiamo celebrando: la morte, il male, non hanno l’ultima parola nella nostra storia personale né il quella dell’umanità e dell’universo. Gesù ha sconfitto il male, la morte e ci ha riportati a casa.
È bello leggere nel vangelo di Matteo che racconta la Resurrezione la tenerezza con la quale Gesù Risorto chiama i discepoli “i miei fratelli”. Già li ha perdonati tutti. Ha perdonato il loro tradimento, non solo quello di Pietro ma di tutti.
Non solo ha perdonato, ma li rimette in cammino: che vadano in Galilea. Lì tutto ha avuto inizio, lì bisogna ricominciare e ripartire ad annunziare il, Vangelo di Gesù.
Questa notte è una notte che ci dà speranza. Ci dice che non siamo soli nel nostro cammino di persone e di comunità. Ci dice che il Signore Risorto è con noi. Aspetta ognuno di noi in Galilea per mandarci di nuovo ad annunziare, per ripartire, per darci coraggio.
Il Signore illumini le vostre vite, specie nei momenti della difficoltà, del dolore. Sappiate e ripetetevi quello che lui ci ha detto Non abbiate paura, io ho vinto il mondo. Io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo.
di Padre Walter Vinci MI
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Lasciamo che il Signore illumini il nostro cuore…
PREGHIERA
Alleluia, alleluia, alleluia.
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.