LEGGO IL TESTO
Dal Vangelo secondo Giovanni 18,33-37
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Liturgia della Parola: https://www.lachiesa.it/calendario/20241124.html
MI LASCIO ACCOMPAGNARE NELLA MEDITAZIONE
Carissimi amici,
siamo giunti al termine dell’anno liturgico – domenica prossima, con il tempo forte dell’Avvento, inizieremo un nuovo anno – e la liturgia, oggi, ci fa contemplare Cristo Re.
Desidero invitarvi a riflettere sul senso e sul significato di questa solennità e lo facciamo soffermandoci sul termine regalità.
Siamo dinnanzi ad un dilemma: la regalità secondo l’uomo o la regalità secondo Dio?
Queste definizioni si “giocano” nel dialogo intenso e drammatico tra Gesù e Pilato.
Il re, secondo il mondo, è uno che crede di possedere la verità e la impone agli altri, esercita un potere sugli altri, ha la pretesa di credere che lui possiede la verità.
Invece Gesù ci insegna che chi è veramente re non possiede la verità, ma è posseduto dalla verità. Ha un atteggiamento umile e di ascolto. È la regalità insegnata nell’ultima cena quando si inginocchia davanti ai discepoli, gli lava i piedi, gli da un esempio, senza perdere nulla di questa regalità, anzi la fortifica e la rende vera.
Carissimi, un re secondo la logica del mondo non piegherebbe mai le proprie ginocchia perché la sua regalità è legata all’esteriorità, a quello che gli altri vedono e percepiscono.
Un re, che vive secondo la logica di Dio, ed ognuno di noi è chiamato ad essere re, non ha paura di mettersi in ginocchio, a mettere in gioco la propria faccia, la propria dignità ed è consapevole che ognuno di noi vale al di là di quello che gli altri pensano e percepiscono.
Ritorniamo ad essere re, uomini liberi e veri, capaci di inginocchiarsi davanti alla libertà e verità dei fratelli. Ritorniamo ad essere umani. Ritorniamo ad essere re secondo Cristo: disarmando il proprio cuore, smascherando gli inganni, le menzogne e gli idoli del nostro vivere. È re chi giudica l’arroganza, chi è libero nella verità, chi si prende cura degli altri. È re chi sa amare, perché l’amore possiede l’eternità.
di Padre Walter Vinci MI
ESERCIZIO PER L’ANIMA
Quale regalità sposiamo? Quella del mondo o quella secondo cristo?
PREGHIERA
Il Signore regna, si riveste di maestà:
si riveste il Signore, si cinge di forza.
È stabile il mondo, non potrà vacillare.
Stabile è il tuo trono da sempre,
dall’eternità tu sei.
Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore.
Sal 92