LA STORIA
Siamo nella Francia di fine Ottocento. Il film racconta la storia di Marie Heurtin, una bambina sordomuta e cieca dalla nascita, che l’ha resa incapace di comunicare e di relazionarsi con qualsiasi persona. A dieci anni viene portata dal padre nel convento di Larnay delle suore Figlie della Saggezza che si occupano di ragazze sordomute. Inizierà ad interessarsi di lei suor Sainte-Marguerite, che vede nell’educazione di Marie una missione affidatagli da Dio per la sua crescita spirituale. La maggior parte del film vede le difficoltà che vive suor Marguerite per entrare in dialogo con Marie rompendo il silenzio della sua prigionia. Le incomprensioni con la superiora e la salute cagionevole complicano il lavoro di suor Marguerite. Alla fine i suoi sforzi verranno premiati rendendo Marie capace di comunicare con il mondo, con gli altri e con Dio.
DAL BUIO ALLA LUCE
Il cammino fatto da Marie per uscire dalla sua prigione è stato lungo, faticoso e doloroso. Il percorso di suor Marguerite è stato altrettanto sofferto e partecipato. Dal film nasce naturale un forte interrogativo sul dolore. «La malattia, soprattutto quella grave, mette sempre in crisi l’esistenza umana e porta con sé interrogativi che scavano in profondità. […] In queste situazioni, la fede in Dio è, da una parte, messa alla prova, ma nello stesso tempo rivela tutta la sua potenzialità positiva. Non perché la fede faccia sparire la malattia, il dolore, o le domande che ne derivano; ma perché offre una chiave con cui possiamo scoprire il senso più profondo di ciò che stiamo vivendo» (Francesco, Messaggio XXIV Giornata Mondiale del Malato 2016). Nel film troviamo Dio nascosto, ma presente attraverso l’opera e il lavoro di suor Marguerite. Nonostante le mille difficoltà che incontra, la suora, non si perde mai d’animo perché consapevole che stava compiendo
il lavoro che Dio gli aveva affidato come una vocazione ed una missione.
A cura di Padre Nicola Mastrocola