Perché sono un religioso Camilliano?
Mi chiamo padre Romain Simon Pierre KABORE, nato il 20 aprile 1984 a TOECE, in un villaggio del centro Sud del Burkina Faso. Sono il quinto di una famiglia di 8 figli. I genitori erano agricoltori e durante le vacanze (da Giugno a settembre) ogni giorno andavamo a lavorare con loro nei campi.
Quando penso alla storia della mia vocazione, mi ritorna sempre in mente la domanda: “perché sono religioso camilliano? Perché proprio io?
Mi faccio questa domanda perché i miei genitori erano musulmani, hanno ricevuto il battesimo all’età adulta, quando è nato il primo figlio; non avevo mai sentito parlare dei camilliani. E poi mi dicevo che le condizioni economiche della famiglia non mi permettevano di andare in seminario. Siamo otto figli, senza stipendio e papà doveva sostenere gli studi di tutti.
Siamo cresciuti in un ambiente cristiano. La nostra casa non era lontana dalla chiesa. Da piccolo seguivo i fratelli e ogni domenica andavamo alla celebrazione eucaristica e partecipavamo alle attività organizzate dal parroco, come i raduni e le gite del movimento CV-AV.
Nel 1989, ci siamo trasferiti a Kombissiri, dove viveva il nonno. Ho frequentato la scuola primaria ed elementare dal 1992 al 1998, il gruppo dei ministranti della mia parrocchia… un servizio che mi piaceva tanto. Durante la messa, guardando come il sacerdote celebrava, mi dicevo: chissà se un giorno avrò la fortuna di celebrare la messa come lui. Non del tutto scontato… ero timido e non mi piaceva stare in un grande pubblico. Un giorno, il mio papà mi chiese: che cosa ti piace fare nel futuro? Io dissi senza convinzione: vorrei fare il carabiniere. E lui mi disse, pensaci e chiedi a Gesù di aiutarti.
Mia sorella Véronique, che oggi è anche lei una religiosa, aveva già fatto la sua scelta di consacrazione. Ero molto legato a lei e la seguivo ovunque. Con lei ho iniziato a frequentare il gruppo degli aspiranti, che mi hanno permesso di conoscere i religiosi e cosa fanno all’interno della Chiesa.
Ogni anno si organizza un concorso per poter accedere ai seminari, è necessario possedere il Certificato dello Studio Primario. Nel 1998, ho fatto il concorso con tre amici e siamo stati promossi. I genitori erano molto contenti, e vedevano questo come un segno di Dio.
Ho conosciuto i camilliani per la prima volta l’11 settembre 1998, quando sono arrivato in seminario. L’inizio è stato difficile. Per la prima volta fuori dall’ambiente familiare. Pian piano tutto è diventato più semplice e più bello: ho conosciuto tanti amici, il vivere insieme mi affascinava, ma sopratutto si poteva giocare a calcio. In seminario ho sperimentato l’amore e l’attenzione dei formatori, i quali mi davano sicurezza e gioia nel proseguire questo cammino. Ho conosciuto San Camillo De Lellis e il suo carisma e nella preghiera ho chiesto al Signore: se è la tua volontà, Signore, che io diventi religioso camilliano. Questo sogno subito sembrava frantumarsi, nell’anno 2000 – 2001 sono stato mandato via dal seminario per un anno. È stato difficile per me e per i miei genitori. Dopo un anno, frequentando il liceo fuori dal seminario, ho avvertito sempre più forte il desiderio di ritornare in seminario. Era tutto incompiuto. Ho presentato la mia richiesta al superiore del seminario per ritornare e continuare la formazione; e sono stato ammesso per l’anno di spiritualità (2001-2002). Questo anno è stato molto determinante: avvertivo dentro di me, in maniera forte, la chiamata di Dio, la quale mi faceva vivere in pace con me stesso. L’apostolato in ospedale, il catechismo con i ragazzi, l’insegnamento sulla vita e la spiritualità di San Camillo e l’accompagnamento spirituale mi hanno aiutato molto a maturare il mio progetto di diventare un religioso camilliano. Ho sperimentato l’importanza della preghiera personale nella vita quotidiana.
Nel 2006, ho vissuto l’anno di noviziato e ho emesso i primi voti l’8 settembre 2007 nella parrocchia san Camillo di Ouagadougou con miei tre compagni. È una gioia grande consacrare la mia vita al Signore nella famiglia religiosa camilliana.
La vocazione è un mistero, e nel cammino vocazionale, bisogna lasciarsi guidare dallo Spirito e dalle persone che il Signore ha messo accanto a noi. La misericordia di Dio è per tutti. Rispondere alla chiamata di Dio richiede coraggio, perseveranza e fede.
Dopo il noviziato, ho compiuto gli studi di filosofia e teologia. In questo periodo ho emesso la professione perpetua, l’8 settembre 2011, il diaconato il 24 giugno 2012 e l’ordinazione presbiterale il 6 luglio 2013 sempre a Ouagadougou.
Durante il percorso, ho vissuto dei momenti difficili e dei momenti di gioia. I miei compagni, il mio direttore spirituale e i religiosi camilliani sono stati di un grande aiuto nella mia crescita vocazionale. La loro vicinanza, testimonianza nella vita fraterna e nell’apostolato mi hanno dato il coraggio di andare sempre avanti, consapevole di non essere solo ma in comunione con tanti fratelli, testimoni di Cristo nel mondo sui passi di San Camillo.
Dopo l’ordinazione, (2013-2014) i superiori mi hanno chiesto di svolgere il mio ministero allo “Juvenat”, il seminario minore dei camilliani, come economo della comunità e come responsabile della pastorale vocazionale. La testimonianza dei confratelli mi hanno permesso di vivere una bella esperienza impegnandomi, come loro, ad aiutare i giovani in formazione.
Nel 2014 sono stato inviato allo studentato camilliano (Scolasticat Saint Camille) come vice maestro dei professi e responsabile della pastorale vocazionale. Un servizio impegnativo ma bello: una bella esperienza di giovane tra i giovani. Mi sono reso conto che la formazione è l’opera dello Spirito Santo e i formatori sono solo degli strumenti che Dio usa per formare altri giovani. La formazione richiede pazienza, coraggio, preghiera e fiducia. In questo periodo aiutavo anche il cappellano del carcere per l’apostolato e i cappellani dell’ospedale per la visita agli ammalati. Inoltre, con gli studenti, abbiamo vissuto l’esperienza a domicilio alle persone anziane e ai malati del quartiere.
Da settembre 2019, sono a Roma, nella Provincia Romana dei camilliani come missionario. È una occasione per me di vivere e di condividere il mio essere camilliano nella diversità culturale. La vita consacrata è un dono di Dio alla Chiesa. Questo dono va curato e custodito perché porti frutto per tutti.
Ringrazio il Signore per il dono della vita consacrata e chiedo a Lui la grazia della fedeltà. Prego affinché il Signore susciti delle vocazioni camilliane per il nostro Ordine. Il mondo ha sempre bisogno dei testimoni della carità e della misericordia.